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ABOEMENT - CONCERT Donnerstag, den 3ten November 1851. $ Come potrci mai vivere Con tanta smania in cor, — Ah, die nou so rcsistere im Saale des Gewandhauses A tanto mio dolor. Amava, oh cicl! il perfido, Ora mi desta orror! Ecco il punto, o Vitellia, D’esaminar la tua constanza. Avrai Valor, ehe hast! a rimirare esangue Il tuo Sesto fedcl? Sesto, ehe t’ama Piii della vita sua ? ehe per tua colpa Divcnne reo ? Che t’ubbidi , crudele ? Che, ingiusta, t’adorö! Che in faccia a morte Si gran fede ti serba? E tu frattanto. Non ignota a te stessa, andrai tranquilla Al talanio d’Augusto? Ah! mi vedrei Sempre Sesto d'intorno. E Faure, ci sassi Temerei ehe loquaci Mi scorprissero a Tito. A’picdi suoi Vadasi, il tutto a palcsar. Si scemi Concertino, für den Fagott, von Herrn Schmittbach. (Neu.) Caoatine, von Weigl, gesungen von Dem. Grabau. Ouvertüre, von Cherubini. Scene und Aric, aus Titus von Mozart, mit obligatem Basset- Horne, gesungen von Dem. Grabau. Il delitto di Sesto, Sc scusar non si pub col fallo mio. D'impero , e d'imenei speranze, addio! Non pi di fiori Vaghe catcne Discenda Imene Ad intrecciar. Stretta frä barbare Aspre ritorte Vcggo la morte Ver nie a vanzar, Infelice , quäl orrore! Ah ! di me ehe si dir? Chi vedesse il mio dolore, Pur avria di me pietä. von Ign. Jugel, vorgetragen $0